Onorevole Melis, come valuta lo strappo di Cardia? È scontro interno o un “caso” personale?
«Si tratta di un episodio spiacevole e amaro. Che denota insofferenza politica, poco conciliabile con le nostre tradizioni di democrazia. Io sono stato informato solo a cose fatte, contrariamente a quanto affermato da Cardia. Ho trascorso due settimane a Strasburgo, poi a Bruxelles. E ancora a Cagliari, per due sedute consecutive di consiglio regionale».
Eppure Cardia individua in lei il “grande vecchio” che decide o stronca le carriere politiche…
«Questo mi dispiace moltissimo. Anche se il frasario è scontato, con i più banali luoghi comuni. In genere chi esce sconfitto ha sempre bisogno di individuare un colpevole. Ma in questo caso Cardia ha commesso un errore. Io infatti ero del tutto disinformato. Mi dispiace, quindi, ma l’interpretazione e la reazione di Cardia ha contribuito a far calare il tono del dibattito politico: un presidente di Comunità montana non può individuare in questo ente una sede esclusiva di potere. Se la politica è intesa come servizio, è cosa nobile. Se non viene intesa così: è soltanto mestiere».
Ma se Cardia non è stato «silurato», quantomeno il Psd’Az, non confermandolo, ha espresso una valutazione negativa sul suo operato in Comunità. Non crede?
«Non faccio questa lettura. Ognuno in politica può sempre avere un ruolo e una collocazione funzionale. Il giudizio politico prevalente del direttivo sardista nuorese venuto da una valutazione delle prospettive che si potevano aprire con il nuovo parco del Gennargentu. Questo parco coinvolgerà la maggioranza dei Comuni del Nuorese e il Psd’Az ha scelto un esponente della montagna come nuovo presidente. Nessun siluramento o mortificazioni».
Cardia però ha detto di non essere stato avvertito…
«Io non so come sia maturata la decisione nei particolari. So però che ne hanno discusso in sua presenza. E che la congiura venisse da lontano: è solo un pettegolezzo. Nient’altro».
In alcuni ambienti si commenta che il colpo in realtà era diretto contro l’alter ego di Melis: Giorgio Ladu. È possibile?
«Ho visto Giorgio Ladu ci siamo rammaricati di quanto è successo. I mie rapporti con Ladu sono politici e di responsabilità. Non siamo in concorrenza».
Il “caso” Cardia denuncia un malessere interno a Psd’Az. Lei come lo spiega?
«Un partito che è cresciute impetuosamente non poteva non portare con sé contraddizioni e inquietudini. Il Psd’Az è ora in fase di metabolizzazione. Ma regge. Restiamo ancora l’unico partite che pone i veri problemi politici. Proponiamo il superamento di un’autonomia debole, che non può crescere con i tagli da duemila miliardi del governo. Lo Statuto è insufficiente, non dà certezze. Per questo il Psd’Az ha proposto una bozza per un nuovo Statuto».
Restiamo al caso Cardia. Lui parla di sistemi feudali, della morte della democrazia interna. Va oliato qualche meccanismo anche dentro il Psd’Az?
«Feudalesimo: ecco un’altra banalità espressiva. Io sono sardista di antica militanza, ma non per questo mi sento vecchio. Tantomeno feudale. Che nel nostro partito ci sia qualche problema di democrazia interna, non ci sono dubbi. Come in tutti i partiti, d’altronde, dove il potere è a volte eccessivamente centralizzato. Mentre dovrebbe essere orizzonalizzato: per suscitare una vera democrazia di base. È indubbio che anche il Psd’Az deve trovare forme nuove. Ma questo non è colpa di nessuno. Tutte le istituzioni tendono in genere a conservarsi, a resistere ai cambiamenti. Da qui le difficoltà di tutti».
Esistono, secondo lei, i margini per il recupero del dirigente dimissionario?
«Io non sono mai stato per gli sbarramenti. Certo, il fatto preoccupa. Ma il rinnovamento è naturale in politica, anche se genera amarezze e delusioni. Anch’io ho avuto momenti di crisi. Ma non ho buttato la spugna. Mai ho dubitato della validità della lotta politica. Cardia ha detto cose spiacevoli su di me? È giovane e ha pagato la sua inesperienza con dichiarazioni che non esaltano la sua immagine. L’insulto non suscita simpatie. Ma è giovane e, credo, moralmente sano e pulito. Avrà occasioni nella vita che gli permetteranno di affermarsi. Questo è il mio augurio. Anche un consiglio: non dia retta agli impulsi emotivi».
Bussu lo ha definito ormai un ex sardista. E un ex anche per lei?
«Molto dipende da lui».
Non sono il grande vecchio – intervista di N. Bandinu – La Nuova Sardegna – 24 dicembre 1990
5 Novembre 2024 by