È necessario che la Sardegna acquisti piena capacità decisionale in ordine ai grandi temi non solo del suo sviluppo economico, ma anche culturale e civile. La Sardegna nel passato ha dato vita ad una civiltà, quella pastorale, che non può essere dimenticata o sottovalutata. Non dobbiamo rinnegare la nostra storia. Sulle antiche radici è giusto sviluppare una nuova organizzazione sociale e civile, adeguandola alle dinamiche e ai ritmi di sviluppo dei tempi moderni. Oggi appare indispensabile orientare in modo nuovo lo sviluppo economico e civile della nostra Isola; non solo appropriandoci dei concetti filosofici e culturali moderni, ma delle nuove tecnologie, della ricerca scientifica, dei mezzi di comunicazione, che ormai coinvolgono tutti i popoli della terra. Nel momento in cui si scopre una nuova tecnologia, chi ne entra in possesso cresce e si sviluppa. Restano indietro quelli che non partecipano alle ricerche di conoscenza per lo sviluppo. Finiscono anzi col restare emarginati, precipitano nel sottosviluppo e nella subalternità.
La Sardegna ha bisogno di una capacità di governo che le consenta la libertà di prendere decisioni tempestive e coerenti con i grandi processi di pensiero del mondo moderno. Da sardi dobbiamo rispondere alle domande per lo sviluppo e la modernizzazione della nostra Isola. Le nuove tecnologie rappresentano il terreno su cui deve misurarsi la capacità della cultura e della scienza, nostre, di fornire risposte nuove alle domande poste dalla società sarda.
Il governo sardo, durante l’amministrazione della sinistra che ho avuto l’onore di presiedere da sardista, tra il 1984 e il 1989, ha dato vita a molte iniziative di importanza vitale per lo sviluppo della Sardegna. Tra le diverse, voglio ricordare il CRS4, il centro di ricerca presieduto dal prof. Rubbia, dalla cui fervida attività sono scaturite significative innovazioni nel campo culturale e scientifico. Dal CRS4 si sono create le premessi di Tiscali, per esempio. Un operatore della creativa intuizione di Renato Soru è riuscito a realizzare quanto di più avanzato esiste, all’alba del Terzo Millennio, nella moderna tecnologia delle comunicazioni.
Mentre si diffonde la coscienza ch’è necessaria una politica che abbia rapporti sempre più stretti con la cultura e con la scienza, sopratutto tra le nuove generazioni, la Sardegna ha assoluto bisogno di liberarsi di una classe dirigente che ne dà un’immagine strumentale e subalterna.
Bisogna dare corpo e consistenza ad una Regione avanzata, che sappia cogliere pienamente i valori dell’autonomia e del federalismo, in modo da costituire la premessa di un futuro, proficuo impegno di tutti i sardi attorno alle importanti questioni che riguardano l’avvenire della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa.
Le radici del popolo sardo e il ritmo dei tempi moderni – DS – Regione – fine anni ’90
17 Ottobre 2024 by