Polemica fra eurodeputati sardi sulla realizzazione del gasdotto – La Nuova Sardegna – 10 ottobre 1990

Gassificazione del car­bone Sulcis e la necessità di realizzare un gasdotto Sarde­gna-Continente. L’ex presi­dente della Regione, Mario Melis, oggi deputato euro­peo, risponde alle critiche mossegli da un altro eurodeputato, Andrea Raggio.
All’onorevole Raggio non piace perdere; neppure quan­do ha torto. Reagisce di brutto e si trasforma in accu­satore con tanto di indice puntato contro chi ha il tor­to di aver ragione e di avere il consenso degli altri. Questa volta è andata così: a Bruxel­les in commissione per la po­litica regionale del parlamen­to europeo, giovedì 27 set­tembre, ho presentato quat­tro emendamenti alla propo­sta avanzata dall’esecutivo della comunità in ordine al progetto di gasdotto Tosca­na-Corsica-Sardegna. Propo­sta che considero valida perché non si traduca in stru­mento di pesante consolida­mento della dipendenza ener­getica sarda dalle forniture esterne.
Rivendico alla mia presi­denza e alle giunte con le quali ho avuto l’onore di la­vorare l’aver fatto studiare — ribaltando la politica da sempre praticata da Ebel ed Eni tutte le possibili utilizza­zioni del carbone Sulcis con particolare riferimento alla produzione di energia elettri­ca.
Da questi studi, condotti ad altissimo livello con speri­mentazioni di valore scientifi­co assoluto, è risultato che il gas ottenuto dal carbone Sulcis è combustibile ideale per le centrali termoelettriche a carbone: più economico, con più alto indice energetico ed ecologicamente più pulito.
Meglio ancora: totalmente depurato dallo zolfo, senza residui nella polvere che, a fine processo, sono vetrificate e perciò non inquinanti.
Queste considerazioni sono alla base del primo emenda­mento aggiuntivo alla porposta dell’esecutivo. Considero un successo il fatto che la commissione parlamentare, accogliendolo, abbia preso at­to che il carbone Sulcis è in grado di contribuire in modo significativo all’autonomia energetica della Regione.
Per rafforzare questo concetto, col secondo emenda­mento, ho ottenuto che la commissione, all’unanimità, dichiarasse il progetto in di­scussione «non alternativo alla valorizzazione delle ri­sorse energetiche locali».
Di questo, infatti, sembra finalmente convincersi anche il governo che, in data 26 lu­glio ’90, accogliendo l’insi­stente e documentata propo­sta della nostra giunta, ha deciso su iniziativa (di cui gli va dato pubblicamente atto) del ministro Battaglia di far realizzare all’Enel, nell’area del Sulcis, una centrale ter­moelettrica da 340 megawatt alimentata da gas di carbone. Perché non ci siano dubbi che si tratti del carbone Sulcis vi ha associato la Sotacarbo, costituita proprio per la sua valorizzazione. Credo fermamente che, questa ini­ziativa costituisca il punto di svolta definitivo della politica energetica in Sardegna.
Una politica volta a valo­rizzarne le risorse e a realiz­zare, in buona parte, l’auto­nomia dai condizionamenti esterni e quindi l’autonomia dello sviluppo; il che equiva­le dire: autonomia politica.
Questo e non altro il signi­ficato degli emendamenti. Al­largare le disponibilità ener­getiche e non sostituirle. Altro emendamento al quale si opponeva decisa­mente Raggio, che invece la commissione ha accolto, sta­bilisce l’obbligo di acquisire prima della realizzazione il parere delle Regioni interessate sul progetto di gasdotto. Secondo Raggio e, dopo la sua partenza del collega di gruppo, lo spagnolo Goutierrez, l’emendamento sarebbe illegittimo perché il progetto lo debbono redigere le Re­gioni. Del tutto evidente l’er­rore. Un progetto che coin­volge tre Regioni: Toscana, Corsica, Sardegna; due Stati: Italia e Francia; acque inter­nazionali, il Tirreno, ben dif­ficilmente per il suo carattere unitario può frazionarsi in tre progetti e né può essere fatto da una delle tre. Di qui la necessità che i responsabili politici del progetto fornisca­no alle Regioni i necessari elementi conoscitivi perché su di essi esprimano un mo­tivato parere.
Un solo emendamento non è stato accolto. Anche a que­sto si opponeva Raggio. La priorità esecutiva della rete di distribuzione interna del gas su quella di adduzione dall’esterno. Mi chiedevo e mi chiedo: quando arriva sulle coste sarde il «tubo» che facciamo del gas se non si può distribuire?
Spero che la giunta regionale e le stesse società che vi hanno interesse si attivino perché si realizzi in tempi brevi la rete di distribuzione onde evitare che un’opera di così grande impegno resti inutilizzata.
Voglio ricordare a Raggio che faccio politica sardista con spirito e visione europeista. Come nella cultura e tra­dizione del mio partito sin dalla sua costituzione. Per un’Europa più civile, progre­dita ed efficiente dobbiamo impegnarci a realizzare pro­gresso, efficienza e quindi ci­viltà nelle regioni rimaste in ritardo come la Sardegna. Altrimenti continuiamo a correre in aiuto dei ricchi che ci sorridono benevolmente, ci amano e però ci sfruttano ed emarginano.
Se ne convinca Raggio: il gasdotto è valido solo se si pone come momento di di­versificazione e ampliamento delle risorse energetiche sar­de. Altrimenti ne consacrerà la definitiva dipendenza sep­pellendo chissà per quanto tempo le miniere del Sulcis e con le speranze legittime sof­ferte attese dei sardi.
Una nota finale. Vorrei parlar bene dell’onorevole Raggio. È serio, s’impegna, ha la coriacea assiduità di chi deve assolvere a precisi doveri; ne ho ottima stima e non sento imbarazzo nel sol­lecitarne, quando capita, il parere. Accetti questa volta il mio: ha torto.