Caro Jacopo,
nell’apprendere, con qualche giorno di ritardo, della morte di tuo Padre ho vissuto l’emozione del vuoto che si avverte quando si perde un punto di riferimento cui si guarda con sicurezza fra tanto baluginare di falsi profeti e grevi mediocrità.
Da giovane avvocato, inizialmente a Nuoro (è stato per breve periodo Presidente del nostro tribunale) e quindi presso la Corte d’Appello di Cagliari, ho vissuto l’esperienza (meglio l’insegnamento) del Presidente Onnis, apprezzandone non solo la finezza intellettuale, gli ampi orizzonti culturali e, in particolare, giuridici ma, soprattutto, l’arcana capacità di fondere nell’arte de giudizio il sereno distacco della valutazione tecnico-giuridica con la ricerca trepida dell’umanità del giudicando come dei protagonisti tutti del processo, vedendoli attraverso i valori e i disvalori della società di cui erano espressione.
Pur in presenza di esplosioni criminali apparentemente assurde, ripugnanti per turpitudine e gravità, non si lasciava travolgere dallo sdegno emotivo, non si appannava della certezza del fatto, né vedeva nel criminale un mostro da incatenare per la vita.
Il suo impegno era volto a capire e a ripercorrere i tortuosi sentieri che si svolgono nel buio di certe coscienze e precipitano il viandante nel baratro della violenza.
Questo suo costante ricercare i pur rari palpiti di umanità, anche nelle figure più oblique e sinistre, ne hanno fatto non solo un eminente magistrato assetato di verità morali ancor più di quelli materiali, ma un cittadino attento, sollecito e consapevole dei valori civili sui cui cardini si regge la società del nostro tempo.
Sensibilità e studio della sociologia, come dei grandi processi economici, gli consentivano una visione politica dei complessi, intricati, contraddittori problemi della nostra comunità costretta a seguire, senza averne strumenti, cultura e mezzi, i ritmi di società ben più avanzate; non parlo di valori civili ma di quelli che nella forza organizzativa, simulando la solidarietà, praticano il colonialismo.
Corrado Onnis era consapevole di tutto ciò. Nella sua aristocratica modestia ha finito con restare sotto questo profilo piuttosto isolato. Ed è stata una perdita, un vuoto che lo sgomitare della folla dei nessuno, non è certo in grado di colmare. Tuo padre è mancato a tutti noi. Ti prego di porgere le mie affettuose condoglianze a tutti i tuoi cari.
Ricordo del magistrato Corrado Onnis, 24 ottobre 1997
11 Aprile 2024 by