Comitato delle Regioni – Parlamento europeo – primi anni ’90

Signor Presidente, fra i nuovi orizzonti aperti dal Trattato di Maastricht, con la prospettiva dell’unione politica e della cittadinanza europea, emerge ora il nuovo ruolo riconosciuto alle istituzioni regionali chiamate a dare il loro contributo alle decisioni legislative della Comunità.
È una conquista politica cui va dato merito al Parlamento europeo che, attivando iniziative molteplici e ben due conferenze con le regioni d’Europa, ha promosso un vasto processo di democratizzazione del potere comunitario investendo di responsabilità decisionali, organizzative e attuative le istituzioni regionali.
Un contributo, questo del Parlamento, che è andato maturando nel tempo ma, nel corso di questa legislatura si è arricchito di nuovi e incisivi contenuti trasfusi, in larga misura, nel Trattato dell’Unione.
Il Comitato delle Regioni realizza, per un verso, coerenza e sintesi delle complesse diversità territoriali e storiche e, per un altro verso, dà senso e contenuti al principio cardine della democrazia comunitaria: la sussidiarietà.
La sola nota dissonante, in un progetto di così ampio respiro, è costituita dall’atteggiamento di alcuni governi che hanno designato, a rappresentare regioni ed enti locali, funzionari propri in luogo di personalità elette o comunque espresse dalle istituzioni direttamente interessate.
L’impegno politico del Parlamento quale alto garante della democrazia europea nella prospettiva del ’97 – sarà volto a migliorare il rapporto stati-regioni-comunità dissolvendo contrapposizioni sterili per liberare così le grandi energie creative che popoli e istituzioni di base sono in grado di offrire al definirsi di una patria europea.
L’affermazione che privilegia le decisioni del potere pubblico assunte il più vicino possibile al cittadino legittima e responsabilizza enti locali e regioni in un impegnativo processo di integrazione europea fondata nell’osservanza dei rispettivi ruoli e competenze.
Unione europea regionalismo costituiscono la grande conquista innovativa di questo secolo di storia che vede stati ed enti locali arricchirsi di un pluralismo istituzionale che dilata gli orizzonti della civiltà democratica e suscita un esaltante quanto vasto processo di solidale integrazione dei nostri popoli.
Sarà compito del Comitato trarre dall’esperienza del suo operare quelle indicazioni e proposte innovative che, senza presumere di invadere compiti e ruoli delle istituzioni comunitarie (e in particolare del Parlamento) consentano d’incentivarne i compiti al fine di accrescere l’efficacia, la trasparenza e il consenso all’azione comunitaria: perché l’Europa del mercato diventi sempre più l’Europa dei popoli.
Voglio, nel concludere, esprimere il più vivo apprezzamento e ringraziare i colleghi delle commissione per la politica regionale e il suo presidente per l’ampio contributo offerto al dibattito e per gli emendamenti che hanno arricchito e illuminato la modestia del mio lavoro, sì da meritare alla relazione il voto unanime della Commissione.