Siamo contro la guerra perché convinti che a scatenarla siano i grandi interessi economici delle poche Elites che governano l’umanità che, invece, è desiderosa di pace e progresso.
Consideriamo aberrazione politico-sociale la guerra preventiva.
Consideriamo altresì giusto e necessario disarmare il dittatore Saddam Hussein protagonista di violenze sterminatrici di vite umane, sia attraverso le guerre di aggressione all’Iran che al Kuwait che in danno delle minoranze curde insediate da sempre in territori oggi inclusi nello Stato iracheno.
La guerra che gli Stati Uniti intendono muovere contro Saddam con o senza consenso dell’ONU, in mancanza di prove certe riguardanti il possesso iracheno di armi di distruzione di massa, legittima il sospetto che a scatenare la guerra non sia né l’eliminazione di Saddam Hussein, né le armi vietate dalle convenzioni internazionali, ma l’interesse degli americani alla gestione del grande giacimento petrolifero esistente nel territorio iracheno.
Non una difesa preventiva quindi, ma un’aggressione per impossessarsi o comunque garantirsi un’immane ricchezza ora controllata da un governo ostile.
Ciò consentirebbe alle sette sorelle (petrolifere) di partecipare direttamente al controllo del petrolio in tutto il Golfo Persico.
Affermare ciò non significa essere anti-americani e, in particolare, contro il suo popolo (in gran parte escluso dai benefici della crescente ricchezza), ma decisamente diffidenti e contrari alla politica del suo governo chiaramente volto a dominare in forme dirette ed indirette l’intera umanità.
Le prove di ciò si traducono in drammatiche operazioni internazionali volte non a diffondere la democrazia, ma ad abbattere governi democraticamente eletti per il solo fatto che, innovando rispetto ai precedenti governi, tentano di scrollarsi di dosso il controllo politico-economico degli Stati Uniti, elevando le condizioni della maggioranza della popolazione oppressa dai latifondisti locali, normalmente legati e dipendenti dalle multinazionali nord americane.
Ieri il caso del socialista cileno Allende, contro il quale gli Stati Uniti hanno finanziato il golpe del dittatore Pinochet e oggi del venezuelano Chavez, socialista democraticamente eletto a capo dello Stato, colpevole di aver realizzato la riforma agraria togliendo una piccola parte dell’80% del territorio nazionale posseduto da pochi latifondisti per destinarlo a piccole aziende, distribuite tra i contadini nullatenenti. Colpevole altresì, agli occhi del governo americano, di voler gestire il grande patrimonio petrolifero venezuelano nell’interesse del suo popolo e non delle multinazionali nord americane.
Nel vicino Medio Oriente il chiaro sostegno riservato al governo Sharon, contro il popolo palestinese, è un’ulteriore prova dell’intento espansivo del potere politico degli USA. Lasciare in vita solo governi amici, isolando e annientando governi avversari.
Meravigliarsi che tutto ciò generi inquietudini, tensioni e terrorismo è ben strano per chi ha a cuore libertà, progresso, benessere e solidarietà nel mondo. In proposito si è levata alta e profetica la voce e il monito del Santo Padre.
Predicazione della pace essenziale alla serena collaborazione internazionale tra i popoli. Libertà reale dal bisogno di miliardi di emarginati contro la politica della progressiva concentrazione delle ricchezze.
Dissoluzione delle ambigue situazioni di governi costituiti da ristretti gruppi sociali che concentrano nelle loro mani l’intera ricchezza del paese (quali l’Arabia Saudita) che utilizzano indipendenza e potere per spogliare i loro popoli della ricchezza nazionale, costringendoli nel più misero sottosviluppo.
Noi sardi non ci accodiamo alla tragica politica di guerra che rischia di sconvolgere ulteriormente i precari equilibri esistenti scatenando una potenziale e ben più tragica guerra mondiale.
Chiediamo ai grandi, come ai piccoli Stati, una profonda riflessione per un confronto che porti alla pacifica soluzione dei problemi che oggi minacciano d’insanguinare la terra con l’immane sacrificio d’innocenti.
In nome loro rivolgiamo ai sardi tutti l’appello perché si schierino per la civiltà della pace.
Appello contro la seconda guerra del Golfo – primi mesi 2003
4 Maggio 2022 by