Appunti sul pensiero di Antonio Gramsci – anni ’90

Esigenza decisiva: riprendere le fila delle motivazioni ideali, storiche, politiche del pensiero gramsciano che consentono di ricostruire, con nuovo slancio, le alleanze e convergenze capaci d’imprimere una svolta risolutrice all’azione meridionalista.
Viviamo tempi diversi rispetto a quelli nei quali maturò della vasta e complessa problematica meridionalista.
Colajanni, Salvemini, Attilio Deffenu: scritti – battaglie contro:
protezionismo doganale finalizzato a proteggere industriali del nord e dazio sul grano: profitti latifondisti sud.
Dorso e Bellieni denunziano parassitismo “mostruoso privilegio” industrie settentrionali, avallate da sindacati.
Questione meridionale ed isole costituiva già da allora tema “centrale”. Convergevano forze progressiste, di antica tradizione socialista e liberal democratica, il movimento degli ex combattenti.
Meridione costituiva storia Risorgimentale irrisolta. Passaggio obbligato di rigenerazione nazionale.
Né l’impegno di allora, né quello di ora dei partiti democratici espressi dalla resistenza sono valsi a dare soluzione al problema.
Da un lato si è dentro il Club di Paesi più industrializzati del mondo, dall’altro si è avviluppati nelle spire del sottosviluppo aggravato dai bisogni di un paese avanzato.
Conseguenze:
in passato – emigrazione di massa
oggi – disoccupazione di massa
Fenomeno europeo: più drammatico nelle aree deboli.
Andare oltre il ricordo. Momenti nodali irrisolti. Cambia tradizione il pensiero comunista.
Incapacità degli Stati per via di interessi antagonisti che bloccano il modificarsi dei rapporti di forza fra le diverse aree territoriali all’interno degli Stati e della stessa CEE che stenta a rifinirsi.
Gli Stati si dimostrano incapaci di risolvere le cause strutturali della disoccupazione di massa, mentre gli interessi antagonisti dei paesi più forti bloccano il modificarsi dei rapporti di forza all’interno della comunità europea, riversando su di loro gli effetti più devastanti delle loro crisi. Dobbiamo impegnarci a individuare cause e possibili soluzioni perché a ben guardare anche questo ci è stato impedito.
Colpa nostra che non abbiamo grinta imprenditoriale.
Andare oltre il ricordo celebrativo di Gramsci.
Suo pensiero: momento di riflessione, non per trovare soluzione ai problemi di oggi, ma perché seppe intuire con lucidità momenti nodali che, irrisolti ora e allora, sono paralisi dello sviluppo. Con lui cambia tradizione del pensiero ed azione comunista.

Non già una generica solidarietà per linee discendenti dallo stato liberal-borghese, ma un’alleanza strategica capace di fondare un nuovo stato sulla base di un nuovo ordine sociale.
In Gramsci la questione sarda e meridionale è un banco di prova della più impegnativa questione nazionale. Le ipotesi dei consigli operai e contadini ispirati all’esperienza dei Soviet farà presto spazio all’ipotesi federalista, quale strumento organico unificatore dell’alleanza fra operai e contadini per la direzione del nuovo stato. Lettera a Togliatti 1923.
Partito Sardo soggetto politico privilegiato per studiare rapporti fra proletariato e classe di campagna.
Non era il solo: Gobetti riteneva che base nuova vita italiana dovrà trovarsi nella formazione di due partiti intransigenti d’opposizione ai partiti riformisti. Un partito operaio – comunista. Un partito contadino (P.S.d’Az) organizzazioni agricole del sud.
Nell’elaborazione del concetto di egemonia intesa quale supremazia del pensiero, Gramsci sviluppa le sue tesi sui rapporti fra intellettuali e partito comunista e fra marxismo e le altre filosofie.
Qui si innesta il dibattito sullo storicismo gramsciano che mi piace interpretare, con altri, quale tentativo di formulare (e non adattare) un’originale ideologia comunista non ripetitiva di quella leninista. E certo! Non esistono per lui scienze storico-sociali valide in ogni luogo, tempo e condizione. Si deve sempre andare ad individuare, in un sistema sociale determinato, i processi, le regolarità, le dinamiche attraverso i quali fini collettivi voluti divengono possibili.
Classe operaia non esaurisce interessi società (spirituali e materiali). Marxismo diviene sterile senza il fecondo contributo degli intellettuali, rapporto attivo fra politica e sapere, politica e cultura.
Non universale e astratta dunque ma capace di prevedere bisogni, accadimenti, soluzioni per trasformare società.
Non cosmopolitismo, cultura fine a se stessa.
Non sta chiuso all’interno della militanza pago dell’elaborazione teorica, ma ricerca consenso nella consapevolezza della complessità dei grandi temi di governo e potere dello stato.
Intuì: classe operaia da sola non è in grado di determinare trasformazioni che si concretizzano nello stato socialista. Coscienza limiti cultura imperniata concezione monocentrica società.
Ancora prima dell’esperienza carceraria assume la necessità di raccordo fra operai e contadini, tra città e campagna, fra forze politiche e culturali non riconducibili all’interno di un comune modello.
Ruolo intellettuali per sconfiggere blocco agrario meridionale. Punto di forza sul quale radicare trasformazione società meridionale e nazionale.
Egemonia: supremazia pensiero rapporti fra intellettuali e P.C.I. e Marxismo e altre filosofie.
Storicismo gramsciano, formula originale ideologia non ripetitiva di quella leninista.
Non scienze storico-sociali astrattamente definite valide in ogni tempo, luogo e condizione.
Individuare problemi, dinamiche, ritmi attraverso bisogni collettivi, attraverso lo studio di sistemi sociali non generici ed astratti, ma precisi e determinati.
La territorialità non è mero fatto geografico ma la sede in cui concretamente agisce meccanismo di sviluppo su una realtà storico-sociale.
La borghesia settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole riducendole a colonie di sfruttamento.
Attenti alle soluzioni miracolistiche! Dividere le terre? Non coltivate, senza macchine, senza capitali, né contributi aspettando il raccolto che nessuno compra. Si impicca all’arbusto o al tisico fico.
Il senso della criticità è limpido. Non ci si può affidare a soluzioni miracolistiche, non singoli enfatizzati provvedimenti, interventi straordinari
L’azione di governo deve essere complessa, articolata, internazionalizzare l’economia.
Alla base di questa propugnava non solidarietà per linee discendenti dallo Stato, ma alleanze strategiche capaci di fondare nuovo ordine sociale.