Signor Presidente, il limite della comunicazione che il Presidente Delors ha svolto sui complessi rapporti fra sviluppo e occupazione è costituito da un certo schematismo formale al cui interno scompaiono le cause profonde che sono all’origine dei laceranti squilibri fra aree ricche e sacche di povertà presenti nella nostra Comunità.
Oggi la crisi proietta la sua ombra su tutta la Comunità ma, mentre per la Mitteleuropea questa assume una valenza del tutto congiunturale, per le aree povere dell’Europa mediterranea la congiuntura negativa esalta e drammatizza una crisi strutturale del tutto indifferente alle modeste terapie proposte nella comunicazione. Ridurre gli orari di lavoro articolarli più razionalmente ricorrendo alle varie fortune del part-time, fiscalizzare gli oneri sociali, tanto per fare alcuni esempi, appare logico e razionale laddove la disoccupazione è soltanto un pericolo che lambisce la società ad alta intensità occupativa e competitiva, ma laddove lavoro non c’è, laddove la disoccupazione è diffusa, ove le percentuali coinvolgono il 20/25% della popolazione attiva, questi discorsi appaiono del tutto accademici , frustranti ed inutili in ragione della loro scarsissima incidenza promozionale.
Riferirsi alla solidarietà quale fattore innovativo di politica sociale, in mancanza di scelte operativamente coerenti e cogenti, appartiene ben più alla predicazione morale che al governo della società e della sua economia.
Noi attendiamo con interesse e disponibilità il Libro bianco che ci auguriamo darà all’odierno messaggio il valore dell’impegno per un’Europa che, rendendo giustizia agli emarginati di oggi, cresca tanto economicamente quanto socialmente, facendo della solidarietà tra i popoli il cardine sul quale realizzare la civiltà del domani.
Occupazione – Parlamento europeo – 14 ottobre 1993
22 Giugno 2021 by