Indice
⁃ Pagina regolamentare
⁃ a Proposta di risoluzione
⁃ b. Motivazione
Allegato I : Proposta di risoluzione B3-1066/92
Allegato II: Proposta di risoluzione 83-1262/92
Nella seduta del 18 settembre 1992 il Presidente del Parlamento europeo ha comunicato di aver deferito la proposta di risoluzione dell’on. Bettini, a nome del gruppo Verde e dell’on. Melis, a nome del gruppo Arcobaleno, sull’uso del carbone non bruciato direttamente in centrale, presentate in conformità dell’articolo 45 del regolamento, alla commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia per l’esame di merito e, per parere, alla commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale.
Nella riunione del 28 gennaio 1993 la commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia ha deciso di elaborare una relazione e ha nominato relatore l’on. Melis.
Nel corso della stessa riunione ha deciso di includere nella sua relazione la proposta di risoluzione seguente, che le era stata deferita:
B3-1262/92 dell’on, Adam sull’esigenza di garantire la Competitività del carbone europeo, rinviata il 19 novembre 1992 per il merito alla commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia.
Nelle riunioni del 10 giugno, 27-28 settembre, 7 ottobre e 21 dicembre 1993 ha esaminato il progetto di relazione.
In quest’ultima riunione ha approvato la proposta di risoluzione all’unanimità.
Hanno partecipato alla votazione gli onn. Desama, presidente; Adam 3° vicepresidente; Melis, relatore, Bettini, Garcia Arias, Gòrlach (in sostituzione dell’on. Hervé), Linkohr, Robles Piquer, Røvsing, Seligman.
La commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale ha deciso il 13 marzo 1993 di non esprimere parere.
La relazione è stata depositata il 21 dicembre 1993.
Il termine per la presentazione degli emendamenti sarà indicato nel progetto di ordine del giorno della tornata nel corso della quale la relazione sarà esaminata.
A. Proposta di Risoluzione
Risoluzione sulle nuove tecnologie del carbone
Il Parlamento europeo.
viste le proposte di risoluzione presentate :
• dagli onn.li Bettini e Melis sull’uso del carbone non bruciato direttamente in centrale (B3-1066/92),
• dall’on. Adam e altri sull’esigenza di garantire la competitività del carbone europeo (B3-1262/92),
• visto l’articolo 45 del suo regolamento
• vista la relazione della commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia (A3-043S/93),
A. considerata la fase di recessione dell’industria del carbone nella CEE
dovuta alle emissioni di gas serra quale conseguenza della combustione del polverino di carbone nei boiler (classici) a tecnologia convenzionale, alla competitività di carbone BTZ, al basso prezzo del petrolio,
B. considerato che la crisi produttiva del mercato interno comunitario sembra di difficile soluzione anche in prospettiva di breve periodo,
C. considerato che il mercato carbonifero europeo si confronta con una progressiva diminuzione della produzione e da un progressivo aumento dei consumi,
D. considerato che nei paesi membri il consumo del carbone è di qualità termiche al 76%,
E. considerato che lo scenario energetico europeo dei prossimi 10 anni riserva al carbone un ruolo di primo piano,
F. considerato che la risorsa energetica principalmente utilizzata nell’area comunitaria è costituita dal petrolio (48,9%) di prevalente provenienza mediorientale),
G. considerato che il continente europeo non dispone nel suo territorio, se non in misura irrilevante, di risorse energetiche derivanti dal petrolio,
H. Considerato il costante pericolo d’instabilità politico-militare degli Stati medio-orientali e la conseguente insicurezza incombente sui normali approvvigionamenti di petrolio,
I. considerata la vitale esigenza di garantire all’Europa l’autonomo approvvigionamento energetico,
L. considerato che le politiche di difesa ambientale orienteranno gli investimenti per nuovi impianti verso “tecnologie pulite”,
M. considerato che si prevedono per il futuro prossimo più proficue utilizzazioni del petrolio in processi chimico-fisici di più alta e raffinata destinazione produttiva che non quella della combustione: per fini energetici ben altrimenti conseguibili,
▪ 1. chiede lo sviluppo delle tecnologie di conversione del carbone dallo stato solido a quello liquido o gassoso;
▪ 2. chiede l’implementazione delle tecnologie di arricchimento del carbone con lo sviluppo di nuove tecniche di rimozione degli agenti inquinanti (zolfo e cenere) per il tramite di trattamenti fisici, chimici e biologici (microrganismi ed enzimi);
▪ 3. chiede che sia incoraggiato il procedimento dell’idrogenop il quale, combinando l’utilizzazione del carbone a fini energetici e per la carbochimica, appare, a fianco della gassificazione e della liquefazione, come il terzo metodo di conversione del carbone capace di ridurre notevolmente l’inquinamento causato dall’S02 ;
▪ 4. chiede lo sviluppo di sistemi di combustione pulita, con elevati rendimenti ed alti livelli di rimozione degli agenti inquinanti (controllo di temperature per l’abbattimento degli NOX ed aggiunta di calcare per captare lo zolfo);
▪ 5. chiede di mantenere l’impegno di ricerca e di applicazione sulla postcombustione in impianti convenzionali;
▪ 6. chiede di incentivare la gassificazione per l’utilizzo di carboni “poveri”, portando così ad una nuova competitività, considerato che la gassificazione, tra le tecnologie innovative, è quella che ha raggiunto il livello massimo di maturità tecnologica e di affidabilità commerciale;
▪ 7. chiede di proseguire la fase di sperimentazione operativa di impianti di gassificazione collegati a cicli combinati, sistema considerato efficiente e rispettoso dell’ambiente;
▪ 8. chiede di promuovere: la produzione di SIMGAS, gas di sintesi che dovrà favorire la transizione energetica verso le energie rinnovabili;
▪ 9. chiede di considerare lo sviluppo delle fuel cell, celle a combustibile, le cui prospettive sono immediate per impianti di pochi MWC che prevedono la cogenerazione;
▪ 10. ritiene necessario garantire uno stretto coordinamento tra le ricerche e i progetti di dimostrazione effettuati nell’ambito della CECA, dei programma Thermie e del programma relativo al settore delle energie non nucleari, e chiede alla Commissione di presentare una relazione sull’attuazione di detto coordinamento;
▪ 11. chiede alla Commissione, in vista della prossima scadenza del trattato CECA, di presentale un’altra relazione sull’incorporazione delle attività e del finanziamento della ricerca e della dimostrazione CECA nell’ambito dei programmi CEE;
▪ 12. chiede alla Commissione di mantenere il finanziamento a favore della ricerca CECA nel settore del carbone ai livelli attuali fintantoché le attività della CECA non siano trasferite alla CEE;
▪ 13. esorta la Commissione (doc. A3-0333/91) a presentare un programma a lungo termine di ricerca, sviluppo e dimostrazione per il settore del carbone, che sia coerente con le proposte formulate nella presente relazione e con le corrispondenti previsioni di bilancio;
▪ 14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.
Motivazione
Utilizzazione dell’energia nei Paesi CEE
Il consumo totale di combustibili della CEE ha superato nel 1988 i 1000 MTEP, ripartiti in misura del 35% per la produzione di energia, di circa il 20% per i trasporti, e il resto ripartito tra il settore industriale e quello civile.
Per guanto riguarda il carbone, la produzione interna alla CEE è pari a circa i due terzi degli utilizzi globali. Le importazioni di carbone, provengono prevalentemente dagli USA, Australia, Colombia e Polonia, per un complessivo di circa 100 Mtonn/anno.
Attualmente, circa il 63% del carbone utilizzato nella Comunità viene trasformato a fini energetici: tale utilizzo è destinato a crescere nel futuro. Un contributo a tale produzione proviene dai carboni poveri, la cui produzione nella CEE è di 170 Mtonn/anno.
In ambito CEE, il petrolio risulta la principale fonte di energia, mentre il gas naturale copre circa il 20% del fabbisogno energetico. Le limitate risorse accertate di gas naturale, imporranno nel futuro un utilizzo sempre più razionale di tale risorsa, possibilmente destinandola alle applicazioni classiche di un combustibile pregiato. Il carbone pertanto riveste un ruolo strategico nella pianificazione energetica della CEE poiché può essere gassificato ottenendo un combustibile con le caratteristiche di flessibilità, di efficienza e di limitato impatto ambientale di un combustibile gassoso.
Il Carbone nella Comunità Europea
L’industria carbonifera della CEE sta conoscendo una fase di recessione, motivata dal timore di eccessive emissioni di gas serra causate dal suo utilizzo con tecnologie convenzionali, dalla forte competitività delle importazioni di carbone BTZ, dal persistente basso prezzo del petrolio. La crisi produttiva del mercato interno comunitario, anche in proiezione futura, sembra di difficile soluzione e distoglie l’attenzione da problemi di carattere politico, quali la certezza degli approvvigionamenti ed il sostegno delle fasce deboli dell’economia regionale.
L’attuale situazione del mercato carbonifero europeo è contrassegnata da due fenomeni in controtendenza: la progressiva diminuzione delle produzioni ed il progressivo aumento dei consumi.
La produzione dei vari Paesi Comunitari, è costituita per il 76% da carbone di qualità termica, mentre il residuo 24% da carbone impiegato per la produzione di coke metallurgico. Le importazioni di carbone provengono dagli USA [37,6%], dal Sud Africa [20%], dall’Australia [15,1%], dalla Polonia [6,9%], dalla Colombia [6,4%], dall’ex URSS [3,8%] e dal Canada [3,2%].
La quota del carbone come fonte primaria di energia nella Comunità è in costante diminuzione negli ultimi anni, fino a raggiungere l’attuale 20%, e questa tendenza non sembra doversi arrestare, almeno nel breve-medio periodo, se nei prossimi anni non si verificheranno significative variazioni nella politica energetica comunitaria. Inoltre, le produzioni di carboni poveri, attive in Grecia, in Spagna ed in Germania, e di minore importanza in Irlanda, Francia ed Italia sono certamente di minore rilevanza per utilizzi convenzionali, dato il limitato potere calorifico ed, in alcuni casi, l’elevato tenore in zolfo.
Prospettive future del Carbone in Europa
Lo scenario energetico europeo dei prossimi 10 anni sembra riservare un ruolo di primo piano al carbone. Le previsioni effettuate in ambito CEE in tema di consumi di materie prime energetiche mostrano che:
⁃ esistono importanti coincidenze nelle previsioni di crescita futura del consumo di carbone per produzione di energia nella CEE;
⁃ la CEE rappresenta il mercato più significativo di tale crescita.
Il quadro non si presenta altrettanto incoraggiante per il carbone destinato alla metallurgia: la crisi continentale del settore rende molto probabile un lento declino dei consumi nel futuro.
La domanda a breve termine di carbone per vapore è certamente condizionata dall’attuale recessione economica e dal conseguente calo nella domanda di energia elettrica nella CEE.
Su queste previsioni si inserisce il ruolo determinante delle politiche interne dei singoli Paesi per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti delle produzioni carbonifere interne, soprattutto di quelle in sottosuolo, che spesso presentano diseconomicità. Si prevede un ruolo sempre crescente delle importazioni, soprattutto se si considera che importanti produttori di carbone extraeuropei sono in grado di assecondare la crescente domanda dei Paesi della CEE, con elevata affidabilità e a costi competitivi, fornendo carbone con bassi tenori in zolfo.
Le necessiti di difesa ambientale influenzeranno gli investimenti per nuovi impianti e richiederanno in gran parte degli impianti esistenti di scegliere tra l’importazione di carbone BTZ e l’esborso di ingenti somme per l’installazione di “tecnologie pulite”.
Principali lavorazioni del Carbone e loro prodotti
Circa il 70% della produzione viene bruciata direttamente nelle centrali termoelettriche, nei generatori di vapore e calore, nei processi metallurgici ed in altre tipiche attività industriali.
La maggior parte del rimanente 30% è variamente trattata per produrre coke, gas da carbone, ammoniaca, catrame da carbone e oli da carbone, da cui derivano una grande quantità di prodotti chimici. Una percentuale modesta di carbone viene impiegata per usi particolari nel campo dei pigmenti, degli additivi inerti, delle masse filtranti.
I composti più volatili della distillazione del carbone, sono presenti nei gas e nei distillati leggeri, mentre i più pesanti sono contenuti nei catrami e nelle feci. La maggior parte di questi prodotti organici, tuttavia, sono presenti in quantità ridotta (concentrazioni max del 10%). L’esistenza di fonti alternative tuttavia, (sintesi diretta, petrolchimica) riduce il numero dei prodotti recuperati dal carbone con un buon grado di purezza.
Le Tecnologie attuali di valorizzazione del carbone – Utilizzi energetici
Gli attuali programmi di sviluppo tecnologico si basano sia sul miglioramento delle tecnologie convenzionali, rivolte solo all’utilizzo di carboni di alta qualità, sia alle tecnologie di conversione del carbone dallo stato solido a quello liquido o gassoso, più innovative, e dalle quali, per il prossimo futuro si attendono i maggiori sviluppi.
La Precombustione La ricerca è rivolta all’implementazione delle attuali tecniche di arricchimento del carbone e allo sviluppo di nuovi sistemi per la rimozione degli agenti inquinanti (zolfo e ceneri) attraverso trattamenti fisici, chimici e biologici. Di particolare interesse ed innovativa rispetto ai trattamenti fisici e chimici, è la ricerca sulla rimozione dello zolfo e delle ceneri per via biologica, attraverso l’azione di microorganismi ed enzimi.
La Combustione I sistemi di combustione pulita, si basano su tecniche di separazione degli agenti inquinanti durante la fase di combustione. Le tecnologie avanzate di combustione, che sono in progresso, conseguono elevati rendimenti ed alti livelli di rimozione degli agenti inquinanti. La possibilità di condurre la combustione in più fasi permette di controllare la temperatura e ridurre le emissioni di N0X di circa il 70-80%, mentre l’introduzione del calcare quale captatore dello zolfo, consente la riduzione sino al 90% del tenore di tale inquinante negli effluenti gassosi.
Un’altra tecnologia, è quella a letto fluido. La combustione avviene in un ambiente fluidizzato, ottenuto mediante immissione in caldaia di aria turbolenta sotto pressione. In questo ambiente vengono immessi il carbone finemente macinato, insieme ad un materiale inerte basico (calcare), con l’aria che agisce da ossidante. Tale tecnologia consente di ottenere rendimenti di combustione superiori a quelli delle caldaie convenzionali ed un’elevata rimozione dei principali inquinanti gassosi.
La Postcombustione La ricerca sulla postcombustione in impianti di tipo convenzionale mira al perfezionamento delle tecniche per il trattamento degli effluenti gassosi a valle del processo, quali S02, NOx e particolato, sviluppando la tecnologia convenzionale che prevede l’utilizzo di dolomite o calcare.
La Gassificazione La diseconomicità dell’utilizzo nelle centrali convenzionali dei carboni “poveri”, li relega al ruolo di risorsa energetica potenziale ma non utilizzabile. Questi carboni possono essere valorizzati nei processi di produzione dell’energia elettrica trasformandoli in gas. I vantaggi di questa scelta sono:
• 1 l’ottenimento di un prodotto intermedio con ridotto contenuto di inquinanti;
• 2 la nuova competitività dei carboni “poveri”;
• 3 nuovi criteri di valorizzazione dei carboni internazionali, introducendo il parametro chiave della destinazione d’uso;
• 4 la flessibilità d’uso del gas per alimentare processi industriali di produzione di energia e di prodotti chimici e/o derivati, che costituisce il presupposto ottimale per l’adozione di processi di cogenerazione e coproduzione.
La gassificazione del carbone, tra le tecnologie innovative, è quella che attualmente ha raggiunto il maggior livello di maturità e affidabilità commerciale.
Dal gas ottenuto può essere prodotto S.N.G. (gas sintetico sostitutivo del gas naturale). Se utilizzato direttamente in impianti IGCC, pur con caratteristiche inferiori rispetto all’S.N.G., consente di rendere più economica la produzione di energia elettrica. A ciò si deve il proliferare di progetti di realizzazione di impianti di gassificazione collegati a cicli combinati in corso di realizzazione in varie parti del mondo.
II sistema gassificazione più ciclo combinato è considerato il più efficiente e rispettoso dell’ambiente fra quelli emergenti di utilizzo pulito del carbone: infatti, lo zolfo, i composti di azoto e il particolato, sono rimossi prima che il gas venga combusto nelle turbine a gas, quindi su un volume di gas da trattare nettamente inferiore rispetto a quello degli effluenti. Mentre gli inquinanti gassosi vengono rimossi in modo praticamente totale, lo zolfo, recuperato con purezza del 99,9% risulta un prodotto commerciale.
I Cicli Combinati II carbone si presta molto bene ad alimentare in modo efficiente, economico e rispettoso dell’ambiente un ciclo combinato turbina a gas – turbina a vapore per la produzione di energia elettrica. Il rendimento di una centrale convenzionale si situa sul 37% quando si adottano sistemi per la desolforazione e la denitrificazione dei fumi.
Il raggiungimento di elevate temperature di esercizio, consentito da turbine a gas che utilizzano gas combustibili di caratteristiche meno pregiate rispetto al gas naturale, è la chiave per il conseguimento della competitività rispetto agli altri processi di produzione di energia elettrica da carbone. Oltre ai costi operativi, va rilevata la sensibile riduzione del costo d’installazione degli impianti. Attualmente i rendimenti raggiungibili sono dell’ordine del 45%.
Produzione di SNG II gas di sintesi prodotto dal carbone è composto principalmente da CO e H2, che sono la materia prima per il processo di produzione del metano sintetico. Esso si compone di due stadi: shift, in cui parte del CO è convertito in H2; metanazione, in cui l’H2 reagisce con CO e CO, per formare CH4.
Con metanizzazione ridotta è possibile ottenere un gas di città con P.C.I. di 3500-4000 cal/m3; spingendo il processo ai massimi livelli è possibile ottenere SNG (PCI= 10.000 cal/m3)
La Liquefazione i principali sistemi di conversione del carbone in un combustibile liquido sono di due tipi:
⁃ liquefazione indiretta, in cui il carbone gassificato viene convertito in gas di sintesi e quindi alla fase liquida;
⁃ liquefazione diretta, in cui la struttura molecolare solida del carbone, viene convertita direttamente in combustibile liquido.
Le Celle a combustibile (Fuel cell) La cella a combustibile è un reattore nel quale vengono alimentati in maniera continua il combustibile e il comburente che reagiscono tra loro generando energia elettrica. Tra le varie tipologie di celle a combustibile sono di interesse per la possibilità di utilizzare gas da carbone le MCFC (Molten Carbonate Fuel Cell) e le SOFC (Solid Oxide Puel Cell).
Le celle SOFC a ossidi solidi consentono di produrre energia elettrica a costi decisamente più bassi rispetto agli altri tipi di celle, con efficienze dell’ordine del 50-60% ed impatto ambientale minimo rispetto alle centrali termiche convenzionali.
Per impianti di pochi megawatts la tecnologia offre prospettive immediate soprattutto per applicazioni che prevedono la cogenerazione di energia elettrica e calore, consentendo una possibile capillarizzazione della produzione di energia.
Il Sistema MED – Magnetoidrodinamico L’MHD è un sistema che consente la conversione diretta dell’energia termica in energia elettrica mediante il flusso di un gas conduttore attraverso un campo magnetico orientato perpendicolarmente al flusso.
Cokizzazione È il procedimento in base al quale il carbone viene scaldato fuori dal contatto con aria per fornire coke. Il coke ottenuto ad alta temperatura viene utilizzato per lo più nell’industria siderurgica e in misura minore, per la produzione del carburo di calcio e del gas di sintesi; i sottoprodotti del processo ad alta temperatura sono costituiti da catrame, frazione aromatica, ammoniaca e prodotti gassosi. Dal procedimento a bassa temperatura, viene ottenuto il semicoke, un combustibile che brucia senza emissione di fumi.
Altri utilizzi del Carbone
Idrogenizzazione Per azione dell’idrogeno ad alte pressioni e temperature è possibile convertire il carbone in idrocarburi; l’idrogenazione del carbon fossile richiede inoltre la presenza di un catalizzatore. Il costo dell’idrogeno e della sua compressione rappresentano i fattori ancora negativi nell’economia di tale processo.
Sintesi di Fischer-Tropsh Rappresenta una via indiretta per ottenere combustibili liquidi dal carbone, che viene convertito in gas di sintesi e successivamente in idrocarburi. Tale tecnologia attualmente non trova ampia diffusione: i motivi risiedono nell’elevato costo e nella necessità di ulteriori progressi nella tecnologia dei catalizzatori. L’attuale obiettivo della ricerca per quanto riguarda questa tecnologia è l’aumento della vita dei catalizzatori. Attualmente, l’utilizzo del syngas da carbone in impianti basati sulla sintesi di F-T trova la sua più importante applicazione nei tre impianti SASOL in Sud Africa, dove si gassificano circa 20 Mtonn/anno di carbone, producendo una vastissima gamma di prodotti chimici liquidi derivati: benzina, combustibile per jet, gasolio, oli combustibili, fenoli, ammoniaca, etilene ecc.
Ossidazione È stata studiata la possibilità di ottenere prodotti chimici direttamente dal carbon fossile, ma i trattamenti studiati non sono risultati economici. L’aria ossida facilmente il carbone e questa azione si manifesta con l’invecchiamento, che si esplica nella diminuzione di potere calorifico e di capacità cokizzante del carbone durante il suo stoccaggio all’aperto. Operando in condizioni controllate, sia con aria che con agenti ossidanti liquidi, si ottengono i cosiddetti acidi umici rigenerati.
Estrazione con solventi L’estrazione con solventi è tuttora oggetto di un intenso lavoro sperimentale. Una vasta gamma di solventi e di carboni sono stati sperimentati ed i procedimenti messi a punto si possono classificare sostanzialmente in due categorie: ad alta temperatura (> 325°C) e a bassa temperatura. L’estrazione a bassa temperatura ha trovato applicazione su scala modesta, per l’ottenimento di resine e cere da carboni poveri.
Altre lavorazioni del Carbone Altre lavorazioni, che comportano una conversione del carbone in prodotti utili sono: l’idrolisi alcalina, la solfonazione, la alogenazione, l’amminazione. Tra questi processi, solo la solfonazione ha raggiunto uno sviluppo industriale, anche se di modestissima entità.
Confronto tecnico-economico tra sistemi convenzionali di combustione ed IGCC
I sistemi convenzionali di valorizzazione energetica del carbone hanno un limite fondamentale rappresentato dal fatto che le misure di riduzione dell’impatto ambientale intervengono solo a valle del processo di combustione ed impone pertanto il trattamento di ingenti portate di fumi di scarico delle centrali, la cui depurazione produce grandi quantità di residui solidi di processo (gessi): tali operazioni non fanno altro che trasferire gli impatti dell’attività produttiva dall’aria al suolo.
La gassificazione del carbone integrata con cicli combinati per la produzione di E.E. (IGCC) rappresenta la migliore soluzione al problema di produrre energia dal carbone in modo efficiente e rispettoso dell’ambiente. Il rendimento netto di produzione dell’energia elettrica degli impianti IGCC può raggiungere livelli del 45%, ben superiori pertanto a quelli dei cicli convenzionali.
Le conseguenze dirette della maggiore efficenza di produzione dell’energia elettrica sono, per carboni a basso tenore di zolfo:
⁃ minori costi di investimento (2,2 MLit/kW per l’iGCC contro 2,6 MLit/kW per i sistemi convenzionali)
⁃ minori costi di produzione (64 Lit/kWh per l’IGCC contro 88 Lit/kWh per il sistema convenzionale)
⁃ netta riduzione dell’impatto ambientale provocato da S02 ed NOx ;
⁃ contenimento delle emissioni di C02, in accordo con i programmi comunitari ed internazionali che mirano alla riduzione della concentrazione in atmosfera dei “gas serra”.
Sviluppo delle Tecnologie di utilizzo del Carbone
La crescita generale della popolazione e l’auspicato continuo sviluppo economico costituiscono la ragione della prevista crescita della domanda di energia nel mondo. Tale crescita, parallela alla crescita della popolazione, è concentrata per il 90% nei paesi in via di sviluppo. Le previsioni dell’ONU mostrano che la domanda mondiale di energia elettrica nel 2060 potrebbe crescere di un valore variabile tra 2 e 8 volte rispetto al 1986, a seconda che si postuli una crescita zero nel valore medio pro-capite della domanda di elettricità, o che si proiettino gli attuali trend in modo continuo fino al 2060.
il carbone è la risorsa energetica fossile più abbondante e diffusa nel mondo: al momento esso costituisce circa il 90% delle riserve fossili convenzionali. L’evoluzione del consumo energetico mondiale può essere così schematizzata:
▪ crescita del consumo di petrolio fino ad un picco nel 2000, seguita da un progressivo declino;
▪ crescita continua della generazione di energia nucleare fino ad un livello nel 2060 di 5 volte superiore a quello del 1990;
▪ crescita continua del consumo di gas naturale fino ad un azzeramento del gradiente di crescita a circa metà del XXI secolo;
▪ crescita rapida dei consumi di carbone, che porterà a livelli di consumo nel 2060 pari a 3 volte quelli attuali, Tale consumo dovrebbe raggiungere entro il 2060 il doppio di quello del gas naturale ed il triplo di quello dell’olio combustibile.
La sfida consiste nel produrre energia a basso costo, nel rispetto dell’ambiente, secondo un criterio che può essere così sintetizzato: bisogna massimizzare l’efficienza termodinamica ed economica dell’uso del carbone.
La via per l’uso pulito ed economico del Carbone
Da parecchi anni negli USA e nel mondo sono in atto numerosi programmi di ricerca e sviluppo per l’utilizzo “pulito” del carbone. La più rilevante delle iniziative negli USA è il programma CCT (Clean Coal Technology), che ha portato allo sviluppo di ben 55 progetti dimostrativi, più 43 impianti dimostrativi in altre parti del mondo industrializzato.
I principali progetti di realizzazione di impianti di gassificazione integrata al ciclo combinato in ambito CEE, sono in corso di sviluppo in Olanda, in Spagna, in Germania e in Danimarca.
Gli impianti di combustione convenzionali esistenti che operano nei Paesi sviluppati producono energia elettrica con un consumo specifico medio di circa 2.500 kCal/kWh (n = 34%), utilizzando come combustibile carboni con elevato potere calorifico. Gli sforzi nel campo della ricerca e dello sviluppo si esplicano in 3 direzioni:
1 impianti con turbine a vapore, alimentati da carbone, più efficienti e rispettosi dell’ambiente,
2 sistemi di combustione a letto fluido a pressione atmosferica e ad alta pressione,
3 centrali termoelettriche IGCC.
Ciascuna di tali linee di sviluppo tecnologico condurrà l’industria elettrica verso 3 obiettivi principali: maggiori efficienze, minor costo di produzione dell’E.E, minor impatto ambientale,
È dì importanza basilare che si sia consapevoli del fatto che la gassificazione è totalmente diversa dalle altre tecnologie per la conversione del carbone in elettricità.
La flessibilità di utilizzo consentita dalla conversione del carbone in syngas garantisce l’opportunità di espandere l’orizzonte del business energetico attraverso la coproduzione di prodotti chimici e di energia elettrica.
I maggiori incentivi alla coproduzione sono i seguenti:
• La produzione di elettricità è strettamente legata alla domanda, poiché essa non può essere economicamente accumulata e pertanto gli impianti meglio dimensionati sulla domanda funzionano con un fattore annuale di capacità del 60-70% nel loro periodo di vita. In un impianto IGCC il fattore di utilizzazione della sezione di gassificazione può essere incrementato significativamente convertendo il gas prodotto, a sezione elettrica ferma, in un sottoprodotto chimico valorizzarle sul mercato.
• La coproduzione di energia elettrica e di prodotti chimici consente di coniugare le operazioni di due importantissimi settori industriali. Gli impianti IGCC creano i presupposti per una cooperazione sinergica tra il settore energetico ed il settore carbochimico.
Proposta di risoluzione B3 – 1066/92 presentata conformemente all’articolo 63 del Regolamento dall’on. Bettini a nome del gruppo verde e dall’on. Melis, a nome del gruppo Arcobaleno sull’uso del carbone non bruciato direttamente in centrale
Il Parlamento europeo,
⁃ A. vista l’audizione pubblica sul mercato interno dell’energia, tenutasi a Bruxelles il 5 febbraio 1991,
⁃ B. vista la relazione presentata dall’on. Garcia Arias a nome della commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia sul carbone ed il mercato interno approvata in plenaria l’11 marzo 1992 (A3-333/91),
⁃ C. vista la proposta di risoluzione degli onn. Garcia Arias, Cabezon Alonso e altri sui problemi sociali delle regioni minerarie (B3-462/92),
⁃ D. vista la comunicazione della Commissione su una strategia comune volta alla riduzione delle emissioni di C02 (C0M(92) 246/def),
⁃ E. considerate tutte le azioni intraprese dalla Commissione al fine di promuovere un uso razionale dell’energia,
⁃ chiede alla Commissione la predisposizione di un progetto di Direttiva volto allo studio ed alla ricerca delle possibilità ai fini energetici dell’uso del carbone non direttamente bruciato in centrale;
⁃ F. l’avvio di programmi che consentano un utilizzo su scala industriale delle tecnologie note nel campo della gassificazione;
⁃ G. l’incentivazione dei processi tecnologici di sfruttamento del carbone non direttamente bruciato in centrale già conosciuti e sperimentati, come la gassificazione, anche alla luce delle proposte della Commissione per la creazione di un mercato interno del gas naturale, proposta da estendersi anche al syngas, a nome del gruppo verde e dall’on. Melis, a nome del gruppo Arcobaleno sull’uso del carbone non bruciato direttamente in centrale sull’esigenza di garantire la competitività del carbone europeo
Il Parlamento europeo
• A. considerando il progetto di relazione presentato dall’on. Garcia Arias il 27 novembre 1991 sul carbone e il mercato interno dell’energia,
• B. considerando che l’industria comunitaria del carbone versa in condizioni critiche a causa della concorrenza del carbone d’importazione a basso prezzo,
• C. considerando che la depressione dei prezzi dovuta ad una crisi temporanea dei mercati può portare alla rinuncia affrettata ad una capacità produttiva di elevato potenziale economico,
• D. considerando che la chiusura delle miniere costituisce una decisione irreversibile dal momento che comporta la sterilizzazione definitiva delle restanti riserve carbonifere, deplora il ritardo della Commissione nel decidere un’inchiesta sulle accuse di dumping e di importazioni di carbone nei mercati comunitari in base ad una politica dei prezzi predatoria;
chiede alla Commissione di attivarsi immediatamente per:
⁃ a istituire un meccanismo di Prezzi di riferimento atto ad offrire condizioni di stabilità ai produttori comunitari di carbone.
⁃ b affrettare la preparazione della sua relazione sulle riserve di gas,
⁃ c proporre misure che consentano 1’impiego delle riserve CECA per la promozione delle tecniche di combustione pulita del carbone.