Importanza crescente nelle moderne società delle reti di trasporto e di comunicazione -soprattutto di quelli che si avvalgono di tecnologie avanzate, in rapida evoluzione come avviene nel campo delle telecomunicazioni.
I dinamismi e i ritmi incalzanti che caratterizzano il moderno vivere sociale, in particolare l’indipendenza sempre più stretta su scala internazionale delle economie e dei mercati ripropongono sotto nuova luce il rilievo cruciale dei sistemi di comunicazione che coinvolgono non soltanto le persone e le merci ma anche – ed è questo uno degli aspetti emergenti – le informazioni e i dati, offrendo in tal senso già ora, grazie al progresso tecnologico l’opportunità di interagire anche a distanza in una vasta sfera di campi e di attività operative (banche dati, teledidattica, telemedicina, home-banking ecc.)
Il settore delle telecomunicazioni che si integra sempre più con altri settori e servizi costituisce – secondo le più autorevoli valutazioni – un campo tra i più dinamici in termini di volume di affari (attualmente il fatturato del settore rappresenta circa il 2% del PIL dei paesi più avanzati; si valuta inoltre che il settore cresce ad un tasso di sviluppo pari al 7% annuo)
Altro aspetto importante è quello relativo alle opportunità di lavoro offerte dal settore, a fronte d’una progressiva contrazione della crescita occupazionale che si registra nel settore industriale: occupazione che si accompagna all’emergere di nuove figure professionali caratterizzate da un alto livello di qualificazione.
Occorre perciò valutare attentamente i ritardi che esistono in questo campo tra aree deboli del Paese (come il Mezzogiorno e la Sardegna) e le aree forti.
La dotazione di infrastrutture e dei relativi servizi costituisce infatti non solo un indicatore significativo ed attendibile del grado relativo di sviluppo raggiunto da una data realtà economica, ma anche un fattore propulsivo e determinante ai fini delle ulteriori possibilità di crescita.
La situazione esistente in questo settore conferma il gap tecnologico che sussiste tra il Nord e il Sud del Paese.
In tal senso un dato significativo è offerto dal numero degli abbonati al servizio telefonico rispetto alla popolazione che è pari al 36,5% al centro Nord (dati al 1986) contro il 23,6% nel Mezzogiorno. La situazione della Sardegna mostra un dato lievemente superiore a quello medio meridionale (24,4%).
Indubbiamente le utenze sono cresciute nell’area meridionale e in quella sarda ad un tasso che nell’arco degli ultimi 12 anni (1974-’86) è stata superiore a quello registrato sia a livello nazionale che del Centro-Nord.
Purtroppo questa crescita (che è stata per la Sardegna del 8,3% annuo, conta una crescita del 6% in campo nazionale 5,6% del Nord) è ben lungi come si è visto dall’aver annullato i divari.
Anche per quanto riguarda la diffusione del servizio telefonico nell’ambito del sistema produttivo (che generalmente è misurata dalla diffusione delle utenze di affari) il Mezzogiorno e la Sardegna mostrano rapporti sensibilmente inferiori al dato medio nazionale (in Italia le utenze di affari sono pari al 17,8% del totale degli abbonati; nel Mezzogiorno 12,70%; in Sardegna 14,6%).
È necessario perciò intensificare gli sforzi per colmare divari esistenti nel più breve tempo possibile.
Il Piano Telematico nazionale 1985-’94 prefigura obiettivi di riequilibrio che pur essendo significativi di un maggior impegno rispetto al passato (la quota di investimenti nazionali al Sud dovrebbe crescere dal 30% dell’ultimo decennio a circa il 34%; per l’utenza telefonica si prevede fino al 1990 che oltre il 40% dell’incremento dovrebbe attuarsi nel Mezzogiorno) non realizzerebbero comunque una totale omogenizzazione del territorio nazionale, (al 31.12.1994 la densità telefonica nel Mezzogiorno risulterebbe pari al 33,1% contro il 43,4% in campo nazionale).
4. La consapevolezza sia dell’importanza strategica di questo settore (ai fini dello sviluppo produttivo e occupazionale)sia dell’esigenza di riagganciare la Sardegna alle realtà più avanzate nel campo delle telecomunicazioni e delle loro molteplici applicazioni telematiche sono alla base delle iniziative che la Giunta Regionale è venuta assumendo in questi ultimi tempi quali:
a) l’impostazione di un sistema Informativo Regionale (S.I.R.)indirizzato alla automazione dei servizi della Regione e alla costituzione di una banca dati regionale.
b) la definizione di un Piano Telematico Regionale (adottato dalla Giunta e trasmesso il 29.4.1988 all’Agenzia per lo Sviluppo del Mezzogiorno come Progetto integrativo del 2° Piano Annuale di interventi sulla L. 64.
Piano che è stato predisposto con la collaborazione delle Università, di Istituzioni bancarie regionali, di Società specialistiche di settore e della stessa SIP che prevede nell’arco di un quinquennio un volume di investimenti particolare rilievo nella realtà sarda (dalla Pubblica Amministrazione, all’agricoltura, al Turismo, all’istruzione).
Alcuni di questi progetti sono già in fase attuativa. Rientrano tra questi il progetto relativo alla Rete interscientifica Sarda (approvato dal CIPE 29.12.86) per un importo di circa 50 miliardi,che dovrà collegare attraverso una rete in fibra ottica le due Università Sarde, costituendo l’asse portante delle strutture telematiche regionali;
c) l’informatizzazione del Servizio Sanitario Regionale il cui avvio è stato di recente deliberato dalla Giunta del 29.3.1988 con affidamento in “Service” a Società specializzate di settore.
La presentazione dei programmi di investimenti del S.I.P. costituisce quindi un momento importante non solo per quanto riguarda la conoscenza delle linee e dei contenuti progettuali – che saranno oggetto di attente valutazioni nelle sedi tecniche e politiche – ma anche per quanto riguarda il contributo che tale presentazione offre a quella trasparenza di rapporti con le Istituzioni regionali che auspichiamo come modulo di comportamento per l’intero sistema delle PP.SS.
Considerazion su le telecomunicazioni in Sardegna – Il programma della SIP – 1988
15 Aprile 2024 by