Discorso a sostegno di nuovo finanziamento governo-comunità per l’eradicazione in Sardegna della peste suina africana – Parlamento Europeo – 5 aprile 1990

L’impegno di risanare dalla peste africana gli allevamenti suincoli della Sardegna si propone sotto il duplice aspetto della solidarietà nei confronti degli allevatori sardi e della stessa economia isolana, già gravata dal peso del sottosviluppo, e dalla salvaguardia del potenziale diffondersi della malattia agli allevamenti dell’intera Comunità.
Perché il piano di eradicazione abbia serie probabilità di successo, è certo necessario attuare le previste procedure igienico-sanitarie, sia in fase di accertamento che di controllo e di esecuzione, ma si dovrà tenere in particolare considerazione il fatto che le aziende suinicolo sarde non sono organizzate sul modello degli allevamenti statutari intensivi, ma realizzano il loro ciclo produttivo utilizzando – spesso in comune – vaste estensioni pascolate, nelle quali il bestiame trova le risorse alimentari offerte, nelle annate agrarie normali, direttamente dalla natura.
Elemento fondamentale per favorire la partecipazione degli allevatori è rappresentato dalla contestualità macellazione-risarcimento.
Il ricorso a procedure realizzate senza il consenso degli aventi diritto, sarebbe coercitivo, quindi sostanzialmente militare, e subìto mal volentieri dagli interessati che tenderebbero a sottrarvisi.
Ad elaborare e realizzare questo piano dovrà essere la Regione, sostenuta dalla collaborazione e verifica attiva degli organi comunitari.