Appunti per un testo sul Trattato di Maastricht – 1991

1) Dimensione regionale nel trattato dell’Unione
2) Ambiti e incidenza della “sussidiarietà” (con riferimento alla “carta di Strasburgo” sui principi da osservare per rispettare il ruolo delle regioni)
3) Forme e strumenti del rapporto Regioni-Comunità (Comitato delle Regioni= Art. 198A

Dimensione regionale
con il Trattato di Maastricht la Comunità perde quale carattere dominante la vocazione economica per assumere un ruolo di più ampia responsabilità di Governo estendendo significativamente i campi di intervento.
Quindi: da nozione “economica” a quella di “politica generale”
Accordi sull’Unione Economica e Monetaria
con l’Atto Unico la comunità si limitava a garantire sul territorio degli stati membri uno “spazio senza frontiere” al cui interno potessero circolare: persone, capitali, merci.
Con Maastricht si definiscono i contorni dell’Unione che propone il Governo dell’economia (nella sua globalità Produr. e  Finanza)
Politica estera / Interna / Sicurezza /  Cittadinanza europea – implicazioni sociali.
Rapporti P.E. Consiglio,
“” “” “”     Commissione
“” “” “”    Comitato per le Regioni.

Abbandono delle funzioni amministrative responsabili di un’immagine di centralismo eurocratico per assumere quella più squisitamente politica di progettualità che si realizza attraverso atti legislativi.
In tale contesto Maastricht supera il concetto di “Regione” vista esclusivamente quale spazio e soggetto economico (Atto Unico: ridurre il divario fra regioni ricche e meno favorite) per ricomprendere significativi valori regionali quali la cultura, l’ambiente, collegamenti (rete transeuropee, etc.)
Non ci si riferisce più alla Regione che firmi di ridurre l’arretratezza, ma quale soggetto protagonista chiamato a realizzare le politiche comunitarie. A tal fine il trattato prevede che l’Unione coinvolga “i rappresentanti delle collettività regionali e locali” di tutti i paesi.
Regione= concetto non formale e pertanto “non definito” in omaggio all’autonomia organizzativa di queste.
Difficoltà in sede attuativa stante la grande varietà delle istituzioni territoriali per tradizioni, cultura, interessi, economia, sviluppo, etc A quali “Regioni” fa riferimento nel Trattato nei paesi privi di organizzazione Regionale-

Appare però chiaro che l’Unione, stante il nuovo ruolo assunto deve dialogare con istituzioni di alto livello in grado di recepire direttive e trasformarle nel proprio ordinamento legislativo, regolamentare, di orientamento e direttiva. Quindi un’istituzione regionale.
Appare in questo senso sempre più evidente la necessità di un dialogo diretto fra Regione Comunità.
Baviera, Catalogna, Fiandra o Vallonia, Paese Basco o Scozia, (Sardegna) non debbono più sopportare i rallentamenti e gli intralci di un filtro statale nei rapporti con l’Unione.
D’altra parte è incongruo che le Regioni non siano coinvolte dall’Unione nel momento formativo di politiche che poi dovranno attuare.
Come canalizzare il rapporto Regioni – Stato – Unione?
Esclusa l’episodicità si fa riferimento ad un vero e proprio “sistema istituzionale” comunitario sul quale il potere dell’Unione non sostituisce ma si aggiunge a quello degli stati e mobilita un equilibrio di rapporti in virtù del quale la tutela dei diritti ed il governo di questi sia sempre più vicino ai cittadini e sotto il loro controllo.