Saluto dell’on. Mario Melis, Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, alla Giornata Estremo Orientale sarda dedicata alla Corea del Sud
Cagliari, 22 ottobre 1987
Prendo volentieri la parola per vari motivi.
Innanzitutto voglio confermare il vivo apprezzamento della Regione Autonoma della Sardegna per l’iniziativa assunta dall’Istituto di studi africani e orientali dell’Università di Cagliari, che ha promosso le giornate estremo orientali sarde. Dopo la mia partecipazione alla giornata dedicata alla Cina popolare, posso personalmente testimoniare l’importanza dei risultati finora conseguiti.
Molto interesse riveste anche l’odierna seduta dedicata alla Corea del Sud. Nel caso specifico, si tratta di un Paese il cui studio approfondito riveste molta importanza anche perché non molto tempo fa esso si trovava a dover lottare contro il sottosviluppo, dal quale sostanzialmente è riuscito ad uscire entrando a far parte della schiera dei Nuovi Paesi Industrializzati (NPI). Questo passaggio può essere, appunto, fonte di insegnamento anche per la nostra Isola.
Se a ciò si aggiunge che in Corea si sono realizzate esperienze di zona franca, cioè di un istituto che è all’ordine del giorno del dibattito politico ed economico in Sardegna, risulta ancora più evidente l’utilità che per noi riveste questa giornata.
Non si può sottacere che la realtà della Corea non è assimilabile alla realtà italiana ed europea e, quindi, alla realtà della nostra Isola: in quel Paese dell’Est asiatico si è formato ed opera un sistema di vincoli, condizionamenti e opportunità politiche, economiche ed imprenditoriali affatto diverse rispetto alle condizioni che è dato riscontrare nella realtà che si vive in questa parte del mondo: lo stesso istituto della zona franca alla quale ci si riferisce in Sardegna non coincide con le realizzazioni che di tale istituto sono state fatte nella Corea del Sud. Ciò non di meno il caso coreano può essere per noi fonte di importanti insegnamenti e proprio per questo deve essere studiato a fondo.
La Corea, quale Nuovo paese Industrializzato, si è imposto all’attenzione del mondo per la dimostrata capacità di sfruttare le opportunità dell’internazionalizzazione dell’economia: in particolare, nei mercati dei prodotti tessili, dei prodotti elettronici, dei prodotti del ferro e dell’acciaio e dei cantieri navali, oggi nel mondo i conti si fanno con l’incisiva concorrenza di questo Paese che pur essendo territorialmente grande meno di un terzo dell’Italia, avendo una popolazione pari a due terzi di quella italiana e pur essendo stato afflitto fino a poco tempo fa dalla condizione di sottosviluppo, è ora espressione di quella ristretta pattuglia di Paesi che in una ipotetica graduatoria mondiale delle potenze economiche si colloca subito dopo i maggiori Paesi del cosiddetto mondo occidentale, quali quelli dell’America del Nord, dell’Europa comunitaria e del Giappone.
Instaurare rapporti scientifici, tecnologici e commerciali con questo Paese può pertanto rivestire per la Sardegna grandissima importanza anche in funzione della comprensione profonda dei veri motivi del suo successo.
So bene, infatti, che alcuni osservatori ascrivono il progresso della Corea del Sud all’azione esercitata dalle grandi imprese multinazionali degli USA anche per effetto, dell’esistenza in tale Paese delle zone franche all’esportazione: ma è da supporre che, seppure fosse corretta, la precedente interpretazione sarebbe solo una parte della verità che, comunque, andrebbe completata con l’evidenziazione sia delle altre condizioni che hanno reso possibile l’innegabile progresso del Paese, sia delle modalità per il tramite delle quali esso è passato dalla condizione di sottosviluppo alla condizione di sviluppo.
L’interesse della Regione Autonoma della Sardegna per
questa giornata di lavori è, peraltro, anche di tipo
operativo nel senso che è indispensabile per l’economia
della nostra Isola instaurare rapporti di cooperazione a
livello mondiale per consentire che le nostre imprese
trasformino l’attuale condizione di internazionalizzazione più o meno passiva in una condizione di internazionalizzazione attiva che le veda compartecipi dell’intensificazione dei commerci, quale presupposto per la diffusione dello sviluppo socio-economico.
Sono certo che anche queste giornate dedicate alla Corea del Sud potranno dare un notevole contributo nel senso in precedenza indicato, a conferma della validità dell’impegno dell’Istituto di studi orientali e africani dell’Università di Cagliari che sento di dover ringraziare per questa iniziativa, non solo valida sul piano scientifico, ma pure su quello socio-economico operativo.