Parlamento europeo – Corrispondenza – 6 maggio 1993

All’attenzione del Presidente del
Parlamento Europeo

Le scrivo per segnalarle un gravissimo episodio accadutomi giovedì 6 maggio 1993 nei locali del Parlamento Europeo a Bruxelles. In breve i fatti:
Mi trovavo a Bruxelles dal lunedì 3 maggio per seguire i lavori della commissione politiche regionali e della commissione affari istituzionali, delle quali sono membro, lavori che dovevano concludersi la mattina del 6 maggio. Per ragioni che non sto qui a descriverle, e che sono del tutto irrilevanti ai fini della presente, i lavori della Commissione istituzionale del 6 maggio sono stati annullati. Essendo quindi libero dai miei normali impegni di lavoro, mi è sembrato del tutto legittimo testimoniare la mia presenza in Parlamento partecipando ai lavori di un’altra commissione, nella specie, quella per il regolamento. Mi sono quindi recato nell’aula dove tale commissione lavorava. Senonché, per ragioni a me del tutto estranee, nel momento in cui mi accingevo alla firma, sono stato verbalmente aggredito dal Presidente della suddetta con parole gravemente offensive. Secondo l’appena nominato, i parlamentari italiani dovrebbero cominciare a lavorare, dato che sinora evidentemente hanno fatto altro, limitandosi soltanto a firmare l’agenda delle presenze. Il suddetto collega ha poi proseguito, sempre sullo stesso tono, a distribuire i suoi apprezzamenti nei confronti dei nostri colleghi italiani.
Ora, vista la mia piena consapevolezza di non essere stato offeso come singolo ma in quanto rappresentate di una parte del popolo italiano e visto che la restante altra parte è stata ampiamente vilipesa, La pregherei di intervenire affinché tale poco accorto collega porga le sue formali scuse, al fine di riparare alla gravissima offesa arrecare a me come persona, come rappresentante di cittadini e infine come testimone di un’offesa ancora più’ ampia, quella rivolta all’intero popolo italiano per il tramite dei suoi rappresentanti.
Certo di suo equilibrato, ma incisivo intervento, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Mario Melis

6 maggio 1993