Nuoro, 14-1-1994
Caro Ruberti,
La mia assistente, dott.ssa Vallebella, mi riferisce di un tuo rincrescimento conseguente ad una mia telefonata con una signora addetta alla tua segreteria.
Non so in quali termini esatti questa ti sia stata riferita. Quello che posso confermarti è che in effetti ò espresso, nel corso della telefonata l’amarezza per il modo scortese – sino alla villania – che una impiegata della Commissione (non del tuo ufficio) à usato nel rispondere ad una richiesta d’informazione di una giovane laureata sarda che attendeva notizie circa la sua ammissione o meno ad uno stage.
Oltre la delusione delle aspettative, di per sé amara, si è aggiunta una ripulsa offensiva, del tutto gratuita ed arbitraria da parte di un’impiegata che, evidentemente, non gradiva essere disturbata. Per noi che viviamo il rapporto quotidiano con le tensioni sociali, ma altresì, sul piano umano, con le legittime aspettative di tanti giovani cui non siamo in grado di dare risposte appaganti, questi episodi di inutile prepotenza, costituiscono inaccettabili appesantimenti di una situazione generale già difficile di per sé.
Nella telefonata ò espresso questo stato d’animo. Se sono stato male interpretato me ne rammarico e, per quanto soggettivamente incolpevole, me ne scuso.
Spero di vederti alla prossima sessione di Strasburgo. Cordialità,
Mario Melis