Giovanetti, Pinna, Melis. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere se è a conoscenza della grave situazione in atto nell’abitato di Tratalias (Cagliari) a seguito delle abbondanti piogge di questi ultimi mesi e delle persistenti infiltrazioni di acqua provenienti dalla vicina diga del Consorzio di bonifica del basso Sulcis.
Per conoscere inoltre i motivi per i quali le operazioni di trasferimento del paese non procedono con la dovuta speditezza, perché l’Istituto autonomo delle case popolari non provvede all’assegnazione delle case già approntate e, infine, quali provvedimenti ulteriori si intendono attuare, d’intesa con la Regione, per il risarcimento dei danni agli abitanti dal comune, i tempi e i mezzi necessari per la definitiva opera di risanamento.(4-00711)
Risposta. — A seguito delle abbondanti piogge di questi ultimi mesi la situazione igienica delle case di Tratalias (Cagliari), poste nella zona bassa dell’abitato, è peggiorata per l’aumento dell’umidità proveniente dal terreno.
La presenza di umidità nelle murature, dovuta all’aumento di livello della falda idrica superficiale, si è osservata dopo la costruzione dell’invaso di Monte Pranu, per cui è da ritenere come molto probabile, anche a seguito di studi eseguiti a cura della Regione sarda, che esista un nesso di causalità tra l’aumento del livello della falda e l’invaso stesso.
In merito agli inconvenienti derivati dalla costruzione della diga, con particolare riferimento al trasferimento dell’abitato di Tratalias e relative responsabilità di competenze, si premette che il serbatoio idrico di Monte Pranu è stato realizzato a fini irrigui dall’Azienda carboni italiani (che successivamente trasferiva l’opera al Consorzio di bonifica del basso Sulcis), con finanziamento disposto dal Ministero dell’agricoltura e delle foreste, e che i lavori, iniziati nel 1947, sono stati ultimati sin dal 5 maggio 1952. L’invaso è stato realizzato mediante la costruzione di una diga di sbarramento del rio Palmas e di due argini attraverso i quali son state sbarrate due depressioni secondarie.
Le caratteristiche principali dello sbarramento possono così sintetizzarsi :
livello di max invaso m.s.m. . . . 43,50
livello di max piena m.s.m. . . . 45,50
capacità complessiva mc. x 106 . . 63,00
capacità utile mc. x 106 50,00
Superficie bacino kmq 436,00
altezza diga (piano generale
fondazioni) m 27,00
volume corpo diga mc. 54,00
La diga è del tipo a gravità massiccia in muratura di pietrame e malta di cemento. La conca sede del serbatoio è costituita da basalto andesitico e da trachiti con al di sopra materiali argillosi e detritici.
Subito dopo la costruzione, appalesatasi la necessità di interventi integrativi sugli argini secondari, la Cassa per il Mezzogiorno, nel quadro del programma decennale 1950-1960, comprendente tra l’altro interventi per lo sviluppo della irrigazione del basso Sulcis, approvava il 4 gennaio 1955 un progetto di sistemazione degli argini suddetti per l’importo di 420 milioni di lire.
Le opere furono regolarmente eseguite.
Dopo i primi anni di invaso si sono verificati allagamenti a valle del serbatoio per risorgenze di acque di falda freatica dovute al battente idrico del bacino ed alla presenza nell’area dello stesso e nella zona circostante di formazioni rocciose profonde, fessurate e (…)